Investire nelle persone, non tagliare i diritti - Newsletter
Buongiorno,
Le manifestazioni in Italia per il 25 aprile e per l'ottantesimo anniversario della liberazione dal fascismo, i grandi raduni contro l'oligarchia promossi dal senatore statunitense Bernie Sanders e dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez per denunciare le politiche di Trump ("Fighting Oligarchy Tour"), le recenti manifestazioni per la pace e, soprattutto, la forte partecipazione giovanile a questi eventi rappresentano una risposta significativa ai tempi bui che stiamo vivendo.
Sono espressioni di un impegno collettivo che rifiuta l'indifferenza di fronte alle atrocità commesse a Gaza, alla guerra in Ucraina, ai conflitti dimenticati in Sudan, Yemen e Myanmar, e all'aumento delle disuguaglianze e della povertà nel mondo.
Questi segnali di speranza sono fondamentali: su di essi dobbiamo costruire una politica basata sulla solidarietà, sulla pace, sulla giustizia sociale ed economica, e sul contrasto al potere concentrato nelle mani di pochi. Incontri, mobilitazioni e presenze che oggi più che mai sono necessari anche da noi, in Svizzera e in Ticino.
Difesa del servizio pubblico, salari giusti, diritti umani e universali: questi temi saranno al centro anche delle manifestazioni del 1° maggio in Ticino, a cui vi invito caldamente a partecipare, in particolare ad Arbedo e a Bellinzona.
Formazione delle e dei docenti: azioni concrete per affrontare la precarietà
Le questioni legate al percorso di formazione pedagogica delle e dei docenti e alla precarietà degli insegnanti neoabilitati o in formazione vanno prese sul serio. I docenti sono il perno della scuola: è quindi necessario riconoscerne il ruolo – che va oltre le ore d'insegnamento in classe – anche migliorando le condizioni di formazione e di lavoro, che devono essere sempre adattate ai cambiamenti e alle sfide della società e della scuola.
Negli ultimi mesi sto affrontando con determinazione questi temi, tenendo conto delle difficoltà segnalate da chi si sta formando o si è appena abilitato. Ho prestato grande attenzione alle loro prese di posizione e ho raccolto direttamente testimonianze e proposte da studentesse e studenti, docenti e associazioni di categoria: un confronto che considero essenziale per orientare le decisioni del Dipartimento.
Stiamo agendo su più fronti:
Istituendo un sistema di monitoraggio permanente ("osservatorio docenti"), con la partecipazione del Dipartimento formazione e apprendimento / Alta scuola pedagogica (DFA/ASP) della SUPSI e della Scuola universitaria federale per la formazione professionale (SUFFP), per analizzare e stimare con più precisione il fabbisogno futuro di docenti per le varie materie e i diversi ordini scolastici. Questo ci consentirà di calibrare meglio l'offerta formativa, evitando di trovarci senza un numero di docenti sufficiente – come avviene altrove in Svizzera –, ma evitando anche nel limite del possibile di formarne in sovrannumero rispetto alle reali possibilità di impiego nelle scuole ticinesi negli anni a venire.
Avviando un approfondimento sui modelli di formazione dei docenti adottati in altri Cantoni, per valutare se e come si potrebbe migliorare l'offerta formativa dei docenti, favorendo una maggiore conciliabilità tra formazione, lavoro e vita privata, al fine di rendere la formazione e la transizione al mondo dell'insegnamento più sostenibile e meno precaria. È importante chiedersi come l'attuale percorso debba essere adattato alle condizioni odierne e ai profili di chi si forma, spesso giovani adulti già in possesso di un master che si rimettono in gioco con grande impegno. Questo, per evitare che, alla fine del percorso, si trovino in una situazione di stallo, precarietà o incertezza professionale. Si tratta di un aspetto decisivo per incentivare il ritorno e la permanenza in Ticino di persone qualificate tra i 25 e i 30 anni.
Approfondendo le modalità che guidano i processi di assunzione delle e dei docenti, allo scopo di rafforzare qualità e trasparenza di alcuni processi, anche a livello comunicativo, affinché le istituzioni scolastiche e le tante professioniste e i tanti professionisti che vi operano con grande impegno ogni giorno possano vedersi riconosciuta l'autorevolezza e la fiducia che meritano.
Si tratta di sfide complesse, ma che necessitano un intervento che non può essere rinviato. Il mio impegno è chiaro: affrontare i problemi e le questioni aperte in modo strutturato, passo dopo passo, coinvolgendo tutte le parti interessate e costruendo soluzioni condivise. Tre sono i principi che guidano questo approccio: ascolto attento, approfondimento serio, rispetto dello stato di diritto e delle istituzioni.
Questo metodo richiede tempo e non è infallibile, permette però di costruire progetti condivisi, di far emergere criticità e di individuare concrete opportunità di miglioramento. Con rigore, sistematicità, un confronto costruttivo e un'analisi obiettiva delle criticità – senza pregiudizi né semplificazioni – si affrontano i problemi e si possono costruire insieme soluzioni nell'interesse della scuola e della società tutta.
La scuola è una priorità. E sulle persone – sulle loro competenze, motivazioni e percorsi – dobbiamo continuare a investire.
Puoi assistere alla trasmissione 60 Minuti (RSI, 31.03.2025) dove faccio un bilancio di questi due anni in Governo, parlo delle mie priorità politiche e dell'importanza di investire nell'educazione e nella formazione qui.
Trovi inoltre alcuni miei interventi recenti nei media qui:
Intervista a il Quotidiano (RSI, 18 aprile 2025) - Sui docenti preoccupazioni condivise
Intervento a Modem (RSI, 2 aprile 2025) - Aspiranti docenti, soluzione cercasi
Puoi leggere la risposta del Consiglio di Stato all'interrogazione 39.25 del 17 marzo 2025 "DFA e abilitazione: solo una casualità?" di M. Canetta e cofirmatari qui.
Costruire un domani più equo: la sfida della spesa pubblica e della solidarietà
L'interessante approfondimento firmato da Spartaco Greppi e Christian Marazzi su laRegione, "Realtà e retorica del debito pubblico" (23.04.2025), riaccende il dibattito sulle priorità della politica finanziaria cantonale. In un momento in cui la riduzione della spesa pubblica viene proposta come unica via possibile, è fondamentale ribadire che non tutti i tagli hanno lo stesso impatto. Ridurre in modo indiscriminato i servizi pubblici significa spesso far ricadere i costi su chi meno può permetterselo, accentuando disuguaglianze già profonde.
Il Ticino presenta un reddito mediano inferiore alla media nazionale e ha uno dei tassi di povertà più alti in Svizzera. In questo contesto, tagliare politiche sociali o educative equivale a rinunciare al compito fondamentale dello Stato: garantire pari opportunità, sostenere chi è in difficoltà e costruire basi solide per il futuro. L'investimento nella pedagogia speciale, spesso criticato, è in realtà un esempio virtuoso di politica lungimirante: investire oggi per permettere a tutte e tutti, anche a chi ha bisogni educativi particolari, di costruirsi un domani autonomo e dignitoso.
Parlare di debito pubblico senza considerare i debiti sociali che rischiamo di accumulare – rinunciando a sostenere le famiglie, i giovani, le persone vulnerabili – è una visione miope. La vera responsabilità verso le future generazioni non è lasciare loro un bilancio contabile "in ordine", ma una società più equa, coesa e capace di affrontare le crisi. E questo si costruisce solo con investimenti pubblici coraggiosi e mirati, non con l'arretramento dello Stato.
Puoi leggere il mio articolo qui.
In occasione del 1° maggio, un pensiero di ringraziamento va a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori che ogni giorno, con impegno e dignità, contribuiscono a costruire e far progredire la nostra società. Continuiamo a lottare insieme per una politica che metta al centro le persone, i diritti, l'equità e la solidarietà.
Rimango volentieri a disposizione per discutere con voi di idee e visioni politiche.
Cari saluti,
Marina